Dogliani Superiore DOCG “Daj Butaj”
La selezione più accurata in vigna e in cantina per i Dogliani, il nome che lo contraddistingue nasce “daj butaj” presenti sull’etichetta, utilizzati un tempo per il lavoro nei vigneti in particolare per la preparazione del solfato di rame da distribuire per i parassiti del vigneto e visibili all’arrivo in cascina.
Come da disciplinare trascorre più di un anno dalla vendemmia prima della vendita.
Ad oggi la scelta cade sull’affinamento in acciaio e in bottiglia, valutando l’opportunità di provare un passaggio in botti di legno.
Il profumo ricorda frutti rossi maturi e nel tempo si porta verso note speziate, è un vino di grande corpo ed è consigliato con i piatti di carne o formaggi stagionati; ideale da meditazione accompagnato da spuntini gustosi.
Dogliani DOCG
L’espressione più giovane e immediata dell’uva Dolcetto, dopo alcuni mesi di affinamento in recipienti inerti è il primo rosso ad essere imbottigliato a partire dalla primavera-estate successive alla vendemmia e dopo poco entra in commercio.
Il vino che tra tutti ricorda di più il prodotto apprezzato dalle generazioni che hanno radicato la coltivazione del Dolcetto sulle colline di Dogliani, oggi frutto di diradamento in vigna più contenuto rispetto ai Dogliani più strutturati.
Il profumo ricorda i piccoli frutti rossi ed ha discreta struttura, più di corpo nelle annate poco piovose; lo consigliamo per tutto il pasto e specialmente con antipasti di carne e primi meno elaborati per chi preferisce poi passare a vini più corposi.
Dogliani DOCG “Surimatin”
Questa selezione proviene in particolare da una zona vitata che prende per primo il sole al mattino, il nome di fantasia proprio di questo Dogliani fa riferimento al dialetto piemontese per indicare quel tipo di versante.
Grazie a un diradamento curato e calibrato sulle caratteristiche climatiche che presenta ogni annata otteniamo, unitamente a macerazioni più lunghe e intense in fase di vinificazione, un Dogliani con profumi di frutta rossa più matura e specie dopo un po’ di affinamento in bottiglia diventa più complesso e vinoso, con grande corpo nelle annate secche, quasi ad assomigliare al “fratello” Superiore.
Si sposa con piatti di formaggi/carne, a partire dal classico bollito misto alla piemontese, ma anche con primi elaborati; può tranquillamente accompagnare tutto il pasto o un semplice apericena per chi preferisce gustare un vino rosso da abbinare con facilità.
La longevità parte da pochi anni per allungarsi relativamente alle caratteristiche di ogni millesimo.
Langhe DOC Barbera “La Rutunda”
L’uva Barbera, rispettata in vinificazione e affinandola in recipienti inerti come abbiamo preferito noi in cantina conferisce al vino struttura più moderata e di acidità sicuramente più spiccata; i profumi sono molto fruttati se è giovane, diventano più vinosi e complessi dopo i primi 12-18 mesi di vita.
Viene imbottigliato non prima di una decina di mesi dalla raccolta e spesso venduto oltre l’anno di affinamento, con le sue caratteristiche si sposa con cibi di carne elaborati e un po’ più grassi come le grigliate oltre che con molti formaggi; per molti amanti di questo vino può essere consumato comunque a tutto pasto.
La rutunda è il nome di fantasia dato dai locali ad un nostro vigneto dove era coltivata uva Barbera e oggi, pur essendo stata reimpiantata alcuni annni or sono poco lontano, abbiamo abbinato questo nome al vino.
Langhe DOC Nebbiolo
I nostri terreni si trovano non lontano dall’area dove il vitigno Nebbiolo storicamente ha trovato la sua area di elezione con l’istituzione delle denominazioni storiche piemontesi Barolo e Barbaresco, perciò nei primi anni 2000 abbiamo pensato di coltivarlo per presentarlo nella denominazione di origine “Langhe” che è l’espressione del Nebbiolo sulle colline di Dogliani.
Come scelta di affinamento siamo orientati su tempi abbastanza lunghi con l’ausilio per 12-15 mesi di botti di legno grandi per permettere l’inizio in cantina di un’evoluzione e invecchiamento vicine ai vini varietà Nebbiolo che hanno una durata nel tempo significativa.
Con un’importante varietà olfattiva e un tannino significativo che evolve tra immancabile presenza in bocca, morbidezza, persistenza e longevità, abbiamo un vino da meditazione o per amalgamare gusti di cibi come carni saporite o formaggi stagionati.
Langhe DOC Bianco (uve Viognier)
Il desiderio di inserire nella produzione un vino bianco secco fermo ha portato a scegliere l’uva Viognier, che attualmente si può denominare in etichetta per la denominazione Langhe genericamente “Bianco”.
Il vitigno oltre a avere interessanti peculiarità di coltivazione sulle nostre Langhe origina vini caratteristici e piacevoli.
Oltre ad una leggera struttura conferita da una breve macerazione seguente alla pigiatura ritroviamo ricchezza di aromi di frutti come pesca e albicocca e una freschezza in bocca che suggeriscono di affiancarli ad aperitivi e apericene, pesce (alla griglia in modo particolare) e carni servite crude, come accade spesso nella tradizione Piemontese.
Langhe DOC Rosato
La volontà di partire con questa tipologia c’era da alcune vendemmie poi si è presentata l’occasione di vinificare in rosato i tre vitigni rossi storici coltivati nelle Langhe che troviamo in campo in azienda, quindi Dolcetto, Barbera e Nebbiolo.
Il metodo che preferiamo impiegare è il bland di uve che vengono raccolte poi pressate insieme fin dall’arrivo in cantina.
E’ il classico vino “estivo”, ma per gli amanti del genere o quando c’è il giusto pescato in tavola si apprezza dodici mesi all’anno.
Langhe DOC Nascetta
Il vitigno bianco Nascetta è stato recuperato negli anni 2000 da alcuni viticoltori dell’area storica di coltivazione collocata a Novello, pochi chilometri da Dogliani.
Probabilmente secoli fa era diffuso ma il rischio di “estinzione” era divenuto concreto.
Non prima di aver provato alcuni vini Nascetta è stata fatta la scelta di percorrere in azienda la strada del recupero di questa varietà vinificando così un secondo vino bianco fermo e secco, vocazione migliore per la varietà.
Una leggera macerazione pre-fermentativa con le bucce caratterizza il prodotto finale pur non essendo la Nascetta ricca di specifiche particolarità organolettiche dal frutto, cosa che rende la conoscenza del vino piuttosto immediata per chi si approccia al vino bianco autoctono delle Langhe per eccellenza.